Il Paleolitico

Il Paleolitico, che letteralmente significa età della pietra antica, costituisce la fase più estesa della preistoria, coprendo un arco cronologico che si estende da circa 2,5 milioni di anni fa fino a circa 10.000 anni fa1. Questo periodo coincide con i primi sviluppi tecnici e culturali dell’umanità, segnando la nascita della produzione sistematica di strumenti in pietra e l’affermazione dei modelli di sussistenza basati sulla caccia e sulla raccolta. Lungo i millenni, il Paleolitico non si presenta come un’epoca monolitica, ma come una sequenza di fasi differenziate — Inferiore, Medio e Superiore — ciascuna caratterizzata da specifici sviluppi tecnologici, cognitivi e sociali.
Paleolitico Inferiore (2,5 milioni – 300.000 anni fa)
Il Paleolitico Inferiore coincide con l’apparizione e la diffusione dei primi ominidi capaci di una produzione intenzionale di strumenti. Homo habilis, attestato in Africa orientale circa 2,4 milioni di anni fa, è tradizionalmente considerato l’inventore delle prime industrie litiche, note come Olduvaiano, caratterizzate da ciottoli scheggiati e schegge appuntite2. Successivamente, con l’avvento di Homo erectus, intorno a 1,8 milioni di anni fa, si assiste a un’espansione geografica straordinaria, che porta questo ominide dall’Africa verso l’Europa e l’Asia3.
Il repertorio tecnologico si arricchisce con l’industria acheuleana, nota soprattutto per i bifacciali (o amigdale), strumenti simmetrici che rivelano un pensiero più astratto e capacità di pianificazione nella scheggiatura4. La vita quotidiana era organizzata in piccoli gruppi nomadi, dediti alla caccia e alla raccolta, con le prime prove di utilizzo del fuoco in contesti africani e asiatici.
Paleolitico Medio (300.000 – 30.000 anni fa)
Durante il Paleolitico Medio si afferma la presenza di ominidi dotati di maggiore complessità cognitiva, come i Neanderthal in Europa e in parte dell’Asia, e i primi Homo sapiens, comparsi in Africa circa 200.000 anni fa5. Le industrie litiche si evolvono nell’ambito del Musteriano, caratterizzato dall’uso di tecniche di scheggiatura più raffinate (come il metodo Levallois) per ottenere lame e punte di grande efficacia6.
In questo periodo emergono le prime evidenze di comportamenti simbolici e rituali: sepolture con corredi, tracce di pigmenti e ipotesi di un pensiero religioso arcaico7. Il controllo del fuoco è ormai diffuso e stabile, mentre le comunità si specializzano in strategie di caccia mirata a grandi erbivori. L’organizzazione sociale appare più complessa, con ruoli probabilmente differenziati e una maggiore cooperazione interna ai gruppi.
Paleolitico Superiore (30.000 – 10.000 anni fa)
Il Paleolitico Superiore segna un’accelerazione straordinaria nei processi culturali e tecnologici, coincidente con la piena diffusione dell’Homo sapiens moderno in Europa e in Asia8. Le industrie litiche si diversificano con strumenti specializzati: lame sottili, punte per armi da getto e oggetti in osso e corno di cervo. È in questa fase che compaiono anche i primi strumenti da pesca e le prime evidenze di reti e trappole per animali.
Sul piano simbolico, il Paleolitico Superiore è celebre per l’esplosione dell’arte rupestre e mobiliare, come le pitture di Lascaux e di Altamira, le statuette femminili (le cosiddette "Veneri") e gli oggetti ornamentali9. Queste manifestazioni testimoniano un pensiero astratto e simbolico pienamente sviluppato. Parallelamente, si osserva un aumento della complessità sociale: i gruppi diventano più numerosi, con forme embrionali di scambio e reti di comunicazione tra comunità. Verso la fine del periodo, intorno a 12.000–10.000 anni fa, si registrano i primi esperimenti di domesticazione e la progressiva transizione verso l’agricoltura e il Neolitico.
Considerazioni conclusive
Il Paleolitico rappresenta dunque la matrice da cui emerge l’umanità storica. La sua lunga durata testimonia una lenta ma costante evoluzione tecnica, cognitiva e sociale, che culmina con la comparsa di Homo sapiens e la diffusione di pratiche culturali complesse. L’invenzione degli strumenti, il controllo del fuoco, l’arte e i rituali funerari sono tratti distintivi di una progressiva emancipazione dall’ambiente naturale, preludio al definitivo salto culturale del Neolitico.
Note
G. Clark, World Prehistory: A New Outline, Cambridge University Press, 1969.
R. Leakey, The Origin of Humankind, Basic Books, 1994.
I. Tattersall, Becoming Human: Evolution and Human Uniqueness, Harcourt, 1998.
F. Bordes, Typologie du Paléolithique Ancien et Moyen, Delmas, 1961.
C. Stringer, Homo Britannicus, Penguin, 2007.
L. Binford, In Pursuit of the Past, Thames & Hudson, 1983.
P. Mellars, The Neanderthal Legacy, Princeton University Press, 1996.
S. Mithen, The Prehistory of the Mind, Thames & Hudson, 1996.
A. Leroi-Gourhan, L’art pariétal: langage de la préhistoire, Éditions Mazenod, 1965.
Bibliografia essenziale in italiano
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Binford, L. (1986), In cerca del passato. Nuovi metodi di indagine archeologica, Laterza, Roma-Bari.
Bordes, F. (1972), Il Paleolitico in Europa, Laterza, Roma-Bari.
Camps, G. (1981), La preistoria, Newton Compton, Roma.
Cocchi Genick, D. (1994), Uomini e pietre. Storia delle prime società umane, Giunti, Firenze.
Leakey, R. (1981), Le origini dell’uomo, Rizzoli, Milano.
Leroi-Gourhan, A. (1992), Il gesto e la parola. Tecnica e linguaggio, Einaudi, Torino.
Mussi, M. (2002), Earliest Italy: An Overview of the Italian Paleolithic and Mesolithic, Springer, New York (trad. it. parziale disponibile in saggi e articoli).
Piperno, M. (1999), Preistoria e protostoria. L’Italia prima della storia, Laterza, Roma-Bari.
Radmilli, A. M. (1974), Il Paleolitico inferiore e medio in Italia, Sansoni, Firenze.
White, D. (2001), L’uomo preistorico. Vita, cultura e società, Mondadori, Milano.


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