lunedì 9 gennaio 2023

Corso Autori della letteratura: Lezione 2 Plauto Terenzio Cicerone Cesare Catullo Virgilio Livio Ovidio Lucano Tacito Svetonio Seneca Giovenale

Plauto 254 a.C.

Plauto, il cui nome completo era Titus Maccius Plautus, è stato un famoso drammaturgo e commediografo romano dell'antica Roma. Visse tra il 254 e il 184 a.C. ed è considerato uno dei più grandi autori di commedie della letteratura latina.

Ecco alcune informazioni chiave su Plauto e la sua opera:

Commedie: Plauto scrisse circa 130 commedie durante la sua vita, anche se molte di esse sono andate perdute nel corso dei secoli. Le sue opere sono state influenti nel teatro romano e hanno fornito un modello per molti autori successivi, tra cui Terenzio. 

Stile e temi: Le commedie di Plauto sono conosciute per il loro umorismo, i giochi di parole e le situazioni comiche. Molte delle sue opere ruotano attorno a temi come l'inganno, l'identità sbagliata e le relazioni amorose. I suoi personaggi spesso appartengono alla classe sociale bassa o alla servitù, e le commedie esplorano le dinamiche sociali dell'antica Roma. 

Influenze: Plauto prese ispirazione dalla commedia greca, adattando molte delle sue trame e personaggi da opere comiche greche preesistenti. Tuttavia, diede loro un tocco romano distintivo e introdusse elementi di cultura romana nelle sue commedie. 

Opere famose: Alcune delle sue commedie più note includono "Aulularia" (L'orciolo), "Miles Gloriosus" (Il soldato fanfarone), "Amphitryon" (Anfitrione), "Pseudolus" e "Rudens" (La rete). 

Ricezione e influenza: Le opere di Plauto hanno goduto di grande popolarità nell'antica Roma e hanno continuato a essere rappresentate per secoli dopo la sua morte. La sua influenza si è estesa oltre l'antica Roma, influenzando il teatro europeo durante il Rinascimento e oltre. 

Lingua latina: Le commedie di Plauto sono state scritte in una forma arcaica della lingua latina, nota come latino plautino. Questo stile linguistico ha contribuito a preservare molte parole e forme grammaticali latine antiche. 

Nonostante siano passati più di due millenni dalla sua morte, le opere di Plauto rimangono una parte importante del patrimonio letterario e teatrale dell'umanità, e il suo contributo alla commedia romana continua ad essere riconosciuto e apprezzato.


Terenzio 195 a.C.

Terenzio, il cui nome completo era Publius Terentius Afer, è stato un drammaturgo e commediografo romano dell'antica Roma. Visse tra il 195/185 a.C. e il 159 a.C. ed è noto per le sue commedie sofisticate e raffinate, spesso basate su commedie greche, ma adattate al gusto e alla cultura romana. Ecco alcune informazioni chiave su Terenzio:

Biografia: Le informazioni sulla vita di Terenzio sono limitate. Si sa che nacque in Africa, probabilmente a Cartagine, e fu venduto come schiavo a Roma. Fu liberato da un senatore romano di nome Terenzio Lucano, da cui prese il nome e che gli diede un'educazione letteraria. Terenzio divenne poi un commediografo di successo a Roma.

Commedie: Terenzio scrisse sei commedie durante la sua breve carriera, tutte basate su opere di autori greci precedenti. Le sue opere includono "Andria" (La ragazza di Andro), "Heauton Timorumenos" (L'uomo che si timorizza), "Eunuchus" (L'eunuco), "Phormio," "Adelphoe" (I fratelli) e "Hecyra" (La suocera).

Stile e temi: Le commedie di Terenzio sono caratterizzate dalla loro eleganza e raffinatezza. Egli fu noto per la sua abilità nel trattare temi complessi come l'amore, l'identità sbagliata, la famiglia e la moralità in modo sottile e intellettuale. A differenza di Plauto, Terenzio evitò spesso l'umorismo slapstick e le situazioni comiche esagerate.

Ricezione e influenza: Terenzio ebbe un'enorme influenza sul teatro romano e successivamente su quello europeo. Le sue opere erano così ben scritte e adattate al gusto romano che furono ammirate e rispettate dai contemporanei e dai successori. Le sue opere furono studiate come modelli di stile e retorica nelle scuole romane e continuarono ad essere rappresentate per molti secoli dopo la sua morte.

Lingua latina: Terenzio scrisse in una forma più colloquiale e raffinata del latino rispetto a Plauto. Il suo stile linguistico contribuì a influenzare la lingua latina classica e la prosa letteraria.

Terenzio è considerato uno dei più grandi commediografi latini ed è noto per aver portato una maggiore sofisticazione e complessità alla commedia romana. Le sue opere continuano a essere studiate e rappresentate in teatri di tutto il mondo, dimostrando la duratura rilevanza delle sue opere e del suo talento letterario.


Cicerone 106 a.C.

Marco Tullio Cicerone, noto comunemente come Cicerone, è stato un oratore, filosofo, politico e scrittore romano vissuto nel I secolo a.C. (106-43 a.C.). È una delle figure più importanti dell'antica Roma e ha influenzato profondamente la retorica, la filosofia e la politica romana.

Le opere di Cicerone sono estremamente numerose e abbracciano una vasta gamma di argomenti. Alcune delle sue opere più importanti includono:

"Orazioni": Cicerone fu uno degli oratori più rinomati della sua epoca e le sue orazioni sono state ammirate per la loro eloquenza e raffinatezza stilistica. Tra le sue famose orazioni ci sono la "Catilinaria", una serie di discorsi contro la cospirazione di Catilina, e la "Pro Archia", in difesa del poeta Archia.

"De Re Publica" (Sulla Repubblica): Un trattato filosofico in forma di dialogo che tratta di temi politici e costituzionali. L'opera è parzialmente andata perduta, ma alcuni frammenti sono giunti fino a noi.

"De Oratore" (Sull'oratore): Un trattato sulla retorica in cui Cicerone discute i principi dell'arte oratoria. Quest'opera è suddivisa in tre libri e riflette l'importanza che Cicerone attribuiva all'eloquenza nella vita pubblica.

"Epistulae ad Familiares" (Lettere agli amici): Una raccolta di lettere che Cicerone scrisse a vari amici e associati. Queste lettere offrono una preziosa panoramica degli eventi e delle personalità dell'epoca.

"De Officiis" (Sugli uffici): Un trattato di filosofia morale in cui Cicerone discute dei doveri morali e etici che un individuo dovrebbe seguire nella vita.

Cicerone fu coinvolto attivamente nella politica romana, sostenendo la Repubblica contro le minacce dei populisti e dei triunviri, in particolare di Giulio Cesare e Marco Antonio. La sua opposizione a Cesare e Marco Antonio lo portò alla sua morte, e nel 43 a.C. fu giustiziato su ordine del secondo triumviro, Marco Antonio.

L'opera di Cicerone ha avuto un impatto significativo sulla letteratura e la retorica occidentali ed è ancora ampiamente studiata e letta oggi.


Giulio Cesare 100 a.C.

Giulio Cesare, noto principalmente come comandante militare e statista, non è storicamente riconosciuto per essere un letterato nel senso tradizionale del termine. La sua fama è legata principalmente alle sue abilità militari straordinarie e al suo ruolo chiave nel processo che portò alla fine della Repubblica Romana e all'inizio dell'Impero Romano.

Tuttavia, Giulio Cesare è noto anche per la sua eloquenza e la sua abilità di scrittura. Ha scritto numerosi resoconti delle sue campagne militari, che sono giunti fino a noi sotto forma di "Commentarii de Bello Gallico" (Commentari sulla guerra gallica) e "Commentarii de Bello Civili" (Commentari sulla guerra civile). Questi resoconti, scritti in terza persona, sono spesso considerati chiari e dettagliati, ma sono orientati più verso la presentazione dei fatti che verso un'espressione letteraria sofisticata.

I "Commentarii" sono diventati opere di riferimento per gli studiosi di storia militare e sono apprezzati per la loro chiarezza e oggettività. Tuttavia, è importante notare che questi scritti erano più orientati alla documentazione dei fatti e delle tattiche militari che alla creatività letteraria.

Quindi, mentre Giulio Cesare non può essere considerato un letterato nel senso classico, le sue opere scritte hanno contribuito significativamente alla comprensione storica del suo tempo e delle sue imprese. La sua influenza, tuttavia, si estende principalmente alla sfera militare e politica piuttosto che a quella letteraria.


Catullo I sec. a.C.

Catullo, il cui nome completo era Gaius Valerius Catullus, è stato un poeta romano vissuto nel I secolo a.C., durante gli ultimi anni della Repubblica Romana. Catullo è noto per essere uno dei più grandi poeti lirici dell'antichità romana.

Le sue opere più celebri sono le "Carmina" (Carmen), una raccolta di componimenti poetici che spaziano da epigrammi e poesie d'amore a satire e invettive. La sua poesia è nota per la sua intensità emotiva, l'uso innovativo del linguaggio e la varietà di temi affrontati.

Alcuni dei motivi principali della poesia di Catullo includono:

Poesie d'amore (Carmen 5, 7, 85, 101): Catullo è famoso per le sue intense poesie d'amore, spesso dedicate a una donna chiamata Lesbia (probabilmente una cortigiana di nome Clodia). Queste poesie esplorano la passione, la gelosia e le gioie dell'amore.

Epigrammi e Commedie (Carmen 1, 10, 16): Catullo scrisse anche epigrammi umoristici e comiche che spesso si riferiscono a personaggi della sua cerchia sociale, inclusi altri poeti e politici dell'epoca.

Satire e Invettive (Carmen 16, 49, 84): Catullo utilizzò la sua poesia per esprimere disprezzo e critica verso alcuni individui, incluso il poeta e politico Cesare Licinio Calvo.

Lamentazioni e Poesie Biografiche (Carmen 64): Una delle opere più lunghe di Catullo è dedicata alla descrizione del mito di Giasone e Medea. Questa poesia riflette sia il suo interesse per la mitologia che il suo dolore personale.

Catullo ebbe una vita breve, e la sua poesia riflette le gioie e i dolori della sua esperienza personale. Il suo stile è noto per la sua eleganza, la precisione lessicale e la profonda espressione delle emozioni. L'influenza di Catullo si è estesa attraverso i secoli, influenzando poeti della letteratura latina e successivamente anche poeti in lingue moderne.

Virgilio 70 a.C.

Publius Vergilius Maro, noto comunemente come Virgilio, è stato un poeta romano di grande rilievo. Ecco una breve biografia di Virgilio:

Nascita e Giovinezza: Virgilio nacque il 15 ottobre 70 a.C. in un piccolo villaggio nei pressi di Mantova, nell'attuale Italia settentrionale. La sua famiglia era di condizione contadina, ma Virgilio dimostrò presto un grande talento letterario.

Educazione: Virgilio studiò retorica e filosofia a Cremona e poi a Milano. Successivamente si trasferì a Roma per continuare i suoi studi letterari. Fu a Roma che entrò in contatto con importanti personaggi dell'epoca, tra cui il poeta Orazio e l'imperatore Augusto, che divenne uno dei suoi mecenati.

Opere Letterarie: La sua opera più famosa è l'"Eneide", un'epopea epica che racconta la storia del mitico eroe troiano Enea. L'Eneide, composta da dodici libri, venne scritta su richiesta di Augusto per glorificare la storia di Roma e legittimare il governo di Augusto stesso come erede di Cesare. Purtroppo, Virgilio morì prima di poter completare l'opera; i suoi amici, rispettando il suo desiderio, la pubblicarono postuma.

Morte: Virgilio morì il 21 settembre 19 a.C. a Brindisi, Italia, mentre tornava da un viaggio in Grecia. La causa esatta della sua morte è incerta; alcune fonti suggeriscono una febbre contratta durante il viaggio.

Influenza e Eredità:

L'Eneide ebbe un impatto duraturo sulla letteratura romana e occidentale in generale. Virgilio fu celebrato come uno dei più grandi poeti della letteratura latina, e la sua influenza si estese per secoli. Il poeta Dante Alighieri, nel suo capolavoro "La Divina Commedia," considerava Virgilio la sua guida attraverso l'Inferno e il Purgatorio.

Virgilio è ricordato come uno dei pilastri della letteratura classica romana e come un poeta il cui lavoro ha avuto un impatto duraturo sulla cultura occidentale.

L'"Eneide" è un poema epico scritto da Publio Virgilio Marone, noto semplicemente come Virgilio, uno dei più grandi poeti romani dell'antichità. L'"Eneide" è considerato uno dei capolavori della letteratura latina e uno dei più importanti epici della tradizione occidentale. L'opera fu composta tra il 29 e il 19 a.C. durante il regno dell'Imperatore Augusto, ed è composta da 12 libri.

Ecco alcune caratteristiche e punti salienti dell'"Eneide":

Tema centrale: L'"Eneide" narra la storia di Enea, un eroe troiano che fugge dalla caduta di Troia e intraprende un viaggio epico alla ricerca di una nuova patria. Il poema racconta le sue avventure e le sue sfide nel corso di questa impresa.

Influenza dell'Iliade e dell'Odissea: L'"Eneide" è profondamente influenzato dalle epiche greche "Iliade" e "Odissea" di Omero. Virgilio intende creare un'epopea romana che collega le origini mitologiche di Roma alla tradizione epica greca.

Eredità troiana di Roma: Il poema sottolinea la discendenza di Enea da Troia e promuove la legittimità mitologica di Roma come erede di Troia. Questo è un tema politico importante, in quanto Virgilio scriveva sotto il patronato di Augusto, il quale voleva legittimare la sua leadership attraverso legami mitologici con gli antichi troiani.

Divina intercessione: Gli dèi olimpici, come Giove e Venere, intervengono nella vita di Enea e influenzano gli eventi. Questo è un tratto comune nelle epopee greche e romane.


Livio 59 a.C.

Tito Livio, noto anche come Livio, è stato uno storico romano vissuto tra il 59 a.C. e il 17 d.C. La sua opera più celebre è la monumentale "Ab Urbe Condita Libri" (Libri dalla fondazione della città), spesso abbreviata in "Ab Urbe Condita" o "AUC". Questo lavoro è una storia epica di Roma, che inizia con le leggendarie origini della città e arriva fino al suo tempo.

Livio nacque a Patavium (l'odierna Padova, in Italia settentrionale) e trascorse la sua vita a Roma. La sua opera "Ab Urbe Condita" è divisa in 142 libri, ma solo una parte di essi è giunta fino a noi. La sezione che si conserva va fino al libro 45, coprendo il periodo dalla fondazione di Roma fino al 9 a.C. Livio scrisse la sua storia in modo narrativo, cercando di analizzare le cause e gli effetti degli eventi storici, spesso basandosi su varie fonti.

Le sue opere riflettono una profonda conoscenza delle tradizioni romane e un forte interesse per i valori morali e politici. Livio era spesso critico nei confronti dei cambiamenti sociali e politici che si verificarono durante la sua vita, in particolare la trasformazione della Repubblica romana in un impero.

La "Ab Urbe Condita" ebbe una notevole influenza nei secoli successivi. Il lavoro di Livio ha contribuito a plasmare la visione storica di Roma nell'età moderna ed è stato ampiamente utilizzato come fonte di conoscenza sulla storia e la cultura romane. La sua narrazione accurata e il suo stile eloquente hanno reso la sua opera un classico della storiografia latina.


Ovidio 43 a.C.

Ovidio, il cui nome completo era Publio Ovidio Nasone (43 a.C. - 17/18 d.C.), è stato uno dei più noti poeti dell'antica Roma. Nato a Sulmona, nell'attuale Italia, Ovidio è noto per la sua vasta produzione poetica che spazia dalla mitologia all'amore.

Tra le sue opere più celebri ci sono:

"Metamorfosi" (Metamorphoses): Questa epopea poetica è una delle opere più importanti di Ovidio. Racconta la storia del mondo dalla creazione fino al periodo di Cesare Augusto, enfatizzando la tematica delle trasformazioni mitologiche. L'opera è una collezione di storie legate tra loro attraverso il tema delle metamorfosi, che riflettevano la natura instabile e mutevole del mondo.

"Le Eroidi" (Heroides): Una serie di lettere immaginarie scritte da eroine mitologiche a loro amanti assenti. Ovidio dà voce alle donne della mitologia, permettendo loro di esprimere i loro sentimenti e le loro preoccupazioni.

"Ars amatoria" (L'arte dell'amore): Un poema didattico che offre consigli sull'amore e la seduzione. L'opera è divisa in tre libri e dà suggerimenti sia agli uomini che alle donne su come conquistare e mantenere un partner.

"Remedia Amoris" (Rimedi contro l'amore): Un seguito all'"Ars Amatoria", in cui Ovidio offre consigli su come dimenticare un amore non corrisposto.

La vita di Ovidio è stata segnata da un evento noto come l'esilio. Nel 8 d.C., l'imperatore Augusto esiliò Ovidio a Tomi, sul Mar Nero, per ragioni che non sono completamente chiare. Ovidio scrisse della sua triste situazione nelle "Tristezze" e nelle "Lettere dal Ponto" durante il periodo dell'esilio.

L'opera di Ovidio ha avuto un impatto significativo sulla letteratura occidentale, influenzando poeti e scrittori attraverso i secoli. La sua abilità nel raccontare storie mitologiche e il suo stile elegante hanno reso le sue opere un tesoro duraturo della letteratura latina.

Lucano 39 d.C.

Marco Annaeo Lucano, noto semplicemente come Lucano, è stato un poeta romano vissuto nel I secolo d.C. La sua opera più nota è l'epopea epica intitolata "La Pharsalia" o "De Bello Civili" (Sulla guerra civile), composta tra il 60 e il 65 d.C. La Pharsalia tratta della guerra civile tra Cesare e Pompeo, che culminò nella battaglia di Farsalo nel 48 a.C.

Lucano nacque a Corduba (l'odierna Cordova, in Spagna) nel 39 d.C., ma trascorse gran parte della sua vita a Roma. Faceva parte di una famiglia influente e aveva stretti legami con la corte imperiale, essendo il nipote del filosofo Seneca il Vecchio e il fratello di Lucio Anneo Seneca, noto come Seneca il Giovane, uno dei principali filosofi stoici dell'epoca.

La sua opera, La Pharsalia, è composta da dieci libri e rappresenta uno sforzo significativo nel genere epico. L'opera è caratterizzata da un linguaggio ricco, descrittivo e da una struttura narrativa che riflette il tumultuoso periodo storico che descrive. Tuttavia, a differenza di molti epici classici, La Pharsalia è scritta in esametri, una scelta metrica insolita per il genere.

L'opera di Lucano è notevole per la sua prospettiva drammatica e il suo ritratto vivido delle battaglie, ma ha anche ricevuto critiche per la sua tendenza all'esagerazione e all'iperbole. Lucano era un oppositore della dinastia giulio-claudia, e la sua opera riflette la sua ostilità nei confronti di Cesare, considerando la sua presa di potere come un rovesciamento dell'ordine repubblicano.

Lucano visse in un periodo turbolento sotto l'imperatore Nerone. Nel 65 d.C., fu coinvolto in una cospirazione contro Nerone, nota come la congiura di Pisone, e Lucano fu costretto a scegliere tra il suicidio o l'esecuzione. Scelse di compiere il suicidio a soli 26 anni.

La Pharsalia ha continuato ad attirare l'attenzione degli studiosi per la sua originalità stilistica e il suo commento sulla politica e la società del suo tempo.


Tacito 56 d.C.

Publio Cornelio Tacito è stato uno storico e senatore romano vissuto tra il 56 e il 120 d.C. La sua opera, nota come "Annales" (Annali), è una delle fonti più importanti per la storia romana dal 14 al 68 d.C. Tuttavia, molte delle sue opere sono andate perdute nel corso del tempo.

Le opere principali di Tacito includono:

"Annales" (Annali): Una storia della Roma imperiale che inizia con la morte dell'imperatore Augusto nel 14 d.C. e si estende fino alla morte dell'imperatore Nerone nel 68 d.C. Purtroppo, molte parti di questa opera sono andate perdute, e la narrazione si interrompe bruscamente nel 66 d.C. Tuttavia, ciò che rimane offre una preziosa fonte di informazioni sulla politica e la società romana di quel periodo.

"Historiae" (Storie): Un'opera storica che copre il periodo successivo a quello degli "Annales", dall'anno 69 d.C. fino alla metà degli anni 70 d.C. Purtroppo, gran parte di questa opera è andata perduta.

"Germania": Un trattato che tratta delle tribù germaniche e delle usanze del popolo germanico. Quest'opera è giunta fino a noi ed è un'importante fonte di informazioni sulla Germania dell'epoca.

"Dialogus de Oratoribus" (Dialogo sugli oratori): Un dialogo immaginario tra oratori romani che tratta della decadenza dell'oratoria nella Roma del suo tempo.

Tacito è noto per il suo stile eloquente e la sua abilità nel ritrarre la psicologia umana. La sua opera è caratterizzata da una profonda riflessione sulla corruzione politica e morale, e spesso esprime una certa nostalgia per l'età repubblicana. Tacito è stato un critico acuto dell'autocrazia imperiale, ma allo stesso tempo era un sostenitore della dignità senatoriale.

L'opera di Tacito è stata fondamentale per la comprensione della storia romana e ha avuto un impatto duraturo sulla storiografia occidentale.


Svetonio 69 d.C.

Gaio Svetonio Tranquillo, noto comunemente come Svetonio, è stato uno storico e biografo romano vissuto nel I e II secolo d.C. Nacque intorno al 69 d.C. e visse fino almeno al 122 d.C. La sua opera più famosa è "Vite dei Dodici Cesari" (De Vita Caesarum), spesso chiamata anche "Le Vite dei Cesari" o "Le Vite".

"Le Vite dei Dodici Cesari" è una serie di biografie degli imperatori romani da Giulio Cesare fino a Domiziano. Ogni biografia offre una descrizione dettagliata della vita, delle azioni e delle caratteristiche personali di ciascun imperatore. Svetonio si concentra non solo sugli aspetti politici e militari, ma anche su quelli personali, compresi dettagli sulla vita quotidiana, gli hobby e le abitudini dei Cesari.

L'opera di Svetonio è suddivisa in dodici libri, ognuno dedicato a un imperatore specifico. Tra gli imperatori trattati ci sono Giulio Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone e molti altri. L'opera rappresenta una preziosa fonte di informazioni sulla storia romana e sulla vita degli imperatori.

Tuttavia, va notato che Svetonio non è sempre considerato uno storico del tutto accurato. Il suo approccio spesso enfatizza gli aspetti sensazionalistici e aneddotici, e alcune delle sue informazioni possono essere discusse in termini di precisione storica. Nonostante ciò, "Le Vite dei Dodici Cesari" è una delle principali fonti antiche sulla storia romana e ha avuto un impatto duraturo sulla storiografia.

Oltre alle "Vite dei Dodici Cesari", Svetonio scrisse altre opere, tra cui "Vita di Terenzio" (una biografia del commediografo Terenzio) e "De Viris Illustribus" (Vite di uomini illustri), una serie di biografie di personaggi storici e letterari romani.


Seneca I sec. d. C.

Seneca, il cui nome completo era Lucio Anneo Seneca, comunemente noto come Seneca il Giovane è stato uno scrittore, filosofo e uomo politico romano del I secolo d.C. Seneca è famoso per le sue opere filosofiche, ma è anche noto per le sue tragedie, che rappresentano una parte significativa della sua produzione letteraria.

Seneca scrisse nove tragedie durante la sua vita, tra cui:

"Thyestes" (Thyestes o Tieste)

"Phaedra" (Fedra)

"Phoenissae" (Le fenicie)

"Hercules Furens" (Ercole furioso)

"Troades" (Le Troiane)

"Phaedra" (Fedra)

"Agamemnon" (Agamennone)

"Oedipus" (Edipo)

Le tragedie di Seneca sono notevoli per la loro influenza sulla letteratura successiva e per il loro stile drammatico. Esse sono spesso paragonate alle tragedie greche classiche, ma Seneca ha introdotto alcune differenze significative nel suo approccio alla tragedia. Le sue opere tendono ad essere più violente, con una maggiore enfasi sugli elementi sanguinolenti e crudeli, e spesso esplorano temi come la passione, l'ira, la vendetta e il destino.

Le tragedie di Seneca sono scritte in versi, utilizzando l'esametro, uno schema metrico tipico della poesia epica e drammatica dell'epoca. La loro forma poetica è in contrasto con il più comune metro in prosa utilizzato nelle tragedie greche. 

Nonostante alcune critiche sulla sua originalità e stile, le tragedie di Seneca hanno avuto un impatto duraturo sulla letteratura e il teatro europei. Nel Rinascimento, le sue opere furono oggetto di rinnovato interesse, influenzando drammaturghi come William Shakespeare e molti altri. La sua influenza è ancora visibile nella drammaturgia moderna.


Giovenale II sec. d.C.

Giovenale (o Juvenal in latino) è stato un poeta satirico romano vissuto tra il primo e il secondo secolo d.C. La sua vita esatta è poco conosciuta, ma si stima che abbia vissuto durante il periodo dei cosiddetti "flavii", che include i regni degli imperatori Vespasiano, Tito, e Domiziano.

Le opere più conosciute di Giovenale sono i "Satire" (Satirae), una serie di versi satirici che affrontano vari aspetti della società romana del suo tempo. Le satire di Giovenale sono note per la loro satira pungente, il sarcasmo e la critica vigorosa nei confronti della corruzione, della decadenza morale e della vita quotidiana della Roma imperiale.

Giovenale affronta argomenti che vanno dalla corruzione politica alla degenerazione sociale, dalle relazioni familiari alle pratiche sessuali. La sua opera è spesso oscura e sarcastica, caratterizzata da un linguaggio forte e dalla denuncia degli eccessi della società romana.

Tra le satire più celebri di Giovenale ci sono "La satira delle donne", "La satira del panem et circenses" (il pane e i giochi), che critica la popolazione romana per la loro passività politica e il desiderio di divertimenti invece che partecipare alla vita pubblica.

Le satire di Giovenale sono giunte fino a noi in forma incompleta, ma hanno avuto un notevole impatto sulla letteratura satirica occidentale successiva, influenzando autori come Jonathan Swift, Alexander Pope e altri. La sua critica acuta e il suo stile vivace continuano a essere studiati e apprezzati nella moderna critica letteraria.



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