lunedì 9 gennaio 2023

Corso Autori della letteratura: Lezione 3 Rosvita Alighieri Petrarca Boccaccio Ariosto Machiavelli Tasso Cervantes Vega Shakespeare Marlowe Jonson Webster

Rosvita 935

Rosvita fu una monaca sassone, autrice di poemi e drammi latini, nata verso il 935, morta poco dopo il 973. Visse nel monastero di Gandersheim, dove ebbe maestra, indi badessa, una nipote di Ottone I, Gerberga.

La sua prima fatica letteraria fu quella di versificare, in metro eroico o elegiaco, leggende sacre: la storia della Vergine Maria, l'Ascensione del Signore, le passioni di S. Gongolfo, di S. Pelagio, di S. Dionigi, di S. Agnese, la conversione di Teofilo, un miracolo di S. Basilio. Attinse in genere a testi scritti; ma per S. Pelagio s'affidò alla narrazione ch'ella aveva udito dalla bocca d'un cordovano, cioè di un concittadino del santo, testimone oculare della sua vita e della sua morte. Del resto i libri che le servirono per le altre leggende furono testi apocrifi, come il Vangelo di S. Giacomo, o storie ricche di elementi meravigliosi (miracoli, patti diabolici, ecc.), che rivelano a ogni modo i gusti romanzeschi della poetessa. L'ultima sua fatica letteraria fu quella di comporre poemi storici, celebrando le gesta di Ottone I (sino all'incoronazione imperiale del 962, oltre la quale la pia suora non osò provare le sue forze) e le origini del monastero di Gandersheim. Ma tutte queste opere, senza dubbio notevoli, non sarebbero bastate a darle un posto distinto, anzi singolare, nella storia della letteratura latina medievale, se tra la prima e l'ultima serie dei suoi poemi R. non avesse composto anche sei drammi. Buona conoscitrice dei classici, ella osò, sola in tutto il Medioevo, imitare Terenzio. Voleva anzi, possibilmente, con la sua, sostituire l'opera del grande comico latino, non sulla scena, donde era disceso già da tanti secoli Terenzio, e dove R. non sognava certo di salire, ma nelle scuole e nelle biblioteche. Le commedie di Terenzio erano divenute un testo scolastico dei più letti e dei più studiati, un libro dei più diffusi e dei più ricercati; ma la loro immoralità costituiva agli occhi degli spiriti austeri un grave danno. Perciò Rosvita volle porvi rimedio, e "in quello stesso genere letterario, in cui si rappresentavano le lascivie delle male femmine, celebrare la castità delle sante vergini". Cercò dunque l'argomento dei suoi drammi nella letteratura agiografica; ma, poiché le parve constatare che la trattazione di amori colpevoli era, nella commedia, un elemento essenziale, preferì le pie leggende che le potevano fornire di tale materia. Così due dei suoi drammi (Abraham, Paphnutius) rappresentano la conversione di due meretrici; due altri (Callimachus, Dulcitius) il trionfo di una casta donna e di tre pure vergini contro le turpi voglie di due libertini. I due restanti drammi (Gallicanus, Sapientia) si sottraggono tuttavia a questa regola. Del resto R. disconosce i caratteri principali della commedia antica: non solo per lo scopo edificante che si propone, non solo per il funebre fine a cui conduce l'azione (in genere alla morte esemplare di martiri o di penitenti; in un caso all'orribile morte d'un malvagio), ma per l'assenza dell'elemento comico (se si eccettuano alcune notevoli scene del Dulcitius), anzi per la prevalenza dell'elemento tragico (che nel Callimachus assume addirittura carattere macabro); poi per la trasgressione d'ogni limitazione di tempo e di luogo e per la trascuranza d'ogni esigenza scenica; infine anche per l'abbandono d'ogni specie di versificazione, a cui è sostituita ingegnosamente la prosa rimata. Le esercitazioni drammatiche di R. non significano dunque affatto una resurrezione della commedia antica. E non hanno d'altra parte nulla di comune con quei drammi liturgici, che proprio allora stavano nascendo nelle chiese, e dai quali si sviluppò il dramma nuovo. Fu solo più tardi che le sacre rappresentazioni si volsero a sfruttare le leggende dei santi, e a trattare argomenti simili o uguali a quelli di R. Opera isolata fu dunque la sua; e, priva di contatti com'era con la realtà teatrale, piena di inesperienze; macchiata qua e là (specie nel Paphnutius) da pedanterie scolastiche; ma, con tutto ciò, sorretta da un naturale istinto drammatico: netti i caratteri, vivo il dialogo, una, in ogni dramma (se si eccettua il Gallicanus), l'azione: tutti pregi che spiccano in modo particolare nell'Abraham.

Non dunque soltanto la singolarità storica di questi drammi, ma anche il loro valore intrinseco, ne spiega il successo, in tempi recenti, anche fuori della stretta cerchia dei dotti: successo attestato dalle numerose traduzioni in varie lingue, oltre che da qualche isolato e curioso tentativo di rappresentazione.


Dante Alighieri 1265

Dante Alighieri (1265-1321) è stato un poeta, filosofo e politico italiano del Medioevo. La sua opera più celebre è la "Divina Commedia," un poema epico in terza persona composto tra il 1308 e il 1320. Quest'opera è universalmente considerata una delle pietre miliari della letteratura mondiale.

Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Dante Alighieri:

La "Divina Commedia": Questa epopea letteraria è divisa in tre parti principali: "Inferno," "Purgatorio," e "Paradiso." La narrazione segue il viaggio di Dante attraverso l'aldilà, guidato prima dal poeta romano Virgilio e successivamente dalla sua musa Beatrice. Oltre a fornire un'immagine dettagliata dell'Aldilà, la "Divina Commedia" affronta temi come la giustizia divina, il libero arbitrio e la redenzione.

Amore per Beatrice: Dante fu profondamente ispirato e innamorato di Beatrice Portinari, la donna che diventa il suo simbolo di perfezione divina nella "Divina Commedia." La figura di Beatrice svolge un ruolo cruciale nella visione poetica di Dante.

Esilio: Dante fu coinvolto attivamente nella politica della sua città natale, Firenze, ma fu esiliato nel 1302 a seguito di lotte politiche. Questo esilio ebbe un impatto profondo sulla sua vita e sulla sua opera. Durante l'esilio, scrisse opere come il "Convivio" e la "Monarchia" in cui esplorava temi filosofici e politici.

Lingua italiana: Dante è considerato uno dei padri della lingua italiana moderna. La sua scelta di scrivere la "Divina Commedia" in italiano, anziché in latino, contribuì significativamente a consolidare e diffondere l'italiano come lingua letteraria.

Opere minori: Oltre alla "Divina Commedia," Dante scrisse diverse opere minori, tra cui il già menzionato "Convivio" (un trattato filosofico e allegorico), la "Vita Nuova" (una raccolta di poesie e prosa narrativa centrata su Beatrice), e la "Monarchia" (un trattato politico-filosofico).

Dante Alighieri morì a Ravenna nel 1321, ma la sua eredità è rimasta immortale attraverso la sua straordinaria opera, che continua a essere studiata e apprezzata in tutto il mondo. La "Divina Commedia" è stata tradotta in numerose lingue ed è oggetto di innumerevoli interpretazioni e commenti.

Francesco Petrarca 1304

Francesco Petrarca (1304-1374), noto semplicemente come Petrarca, è stato un poeta e umanista italiano del XIV secolo, spesso considerato uno dei padri del Rinascimento. Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Petrarca:

Poeta Lirico: Petrarca è famoso soprattutto come uno dei più grandi poeti lirici della storia. Le sue raccolte di poesie, in particolare il "Canzoniere" o "Rerum vulgarium fragmenta," contengono sonetti, canzoni e altre composizioni poetiche, molte delle quali sono dedicate all'oggetto del suo amore ideale, Laura.

Il Canzoniere: La raccolta di poesie di Petrarca, "Il Canzoniere," è uno dei capolavori della poesia italiana. Quest'opera è una celebrazione e una riflessione sull'amore, la bellezza, la fuga del tempo e il desiderio.

Laura: Laura, l'oggetto del desiderio di Petrarca, è una figura idealizzata e misteriosa che compare in molte delle sue poesie. L'amore per Laura è spesso considerato simbolico e spirituale, rappresentando una forma di elevazione dell'anima.

Umanesimo: Petrarca è anche noto come un umanista, poiché si interessava profondamente all'eredità classica greco-romana. La sua raccolta di lettere, "Epistolae familiares," riflette la sua corrispondenza con molti degli uomini più colti del suo tempo e la sua dedizione al valore del sapere classico.

Lode della Solitudine: Petrarca ha scritto l'opera "De vita solitaria" (Lode della Solitudine), in cui elogia la vita ritirata e contemplativa, contrapponendola alle preoccupazioni mondane.

Viaggi: Petrarca viaggiò ampiamente in Italia e in Europa, visitando luoghi di importanza storica e artistica. I suoi viaggi e le sue osservazioni sulla classicità contribuirono al suo approccio umanistico.

Pensiero Politico: Pur essendo noto principalmente come poeta, Petrarca ha anche scritto sul pensiero politico. La sua opera "De Remediis Utriusque Fortunae" (I rimedi contro la sfortuna) affronta temi come la politica, la morale e la filosofia.

Petrarca morì nel 1374, ma il suo impatto sulla letteratura e sulla cultura è durato nel tempo. La sua opera ha influito sulla letteratura italiana e europea, e la sua figura di umanista ha contribuito a plasmare il periodo rinascimentale.

Giovanni Boccaccio 1313

Giovanni Boccaccio (1313-1375) è stato uno scrittore, poeta e umanista italiano del Trecento, noto soprattutto per la sua opera "Il Decameron." Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Giovanni Boccaccio:

Il Decameron: La sua opera più celebre è "Il Decameron," una raccolta di cento novelle scritte tra il 1349 e il 1351. Il termine "Decameron" significa "dieci giornate," e le novelle sono raccontate da un gruppo di giovani che si rifugiano in una villa fuori Firenze durante l'epidemia di peste nera del 1348. Le novelle spaziano in vari generi, tra cui comico, tragico, erotico e morale, riflettendo la varietà della vita umana.

Umanesimo: Boccaccio è considerato uno dei primi umanisti italiani. Era appassionato dello studio della letteratura classica e della cultura greco-latina, e la sua conoscenza delle opere di autori antichi come Ovidio e Seneca è evidente nei suoi scritti.

Le Filippiche e altre opere: Oltre al Decameron, Boccaccio scrisse diverse opere di carattere umanistico, tra cui "Le Filippiche" (un trattato in latino sulla vita di Filippo il Macedone) e "Genealogie Deorum Gentilium" (Genealogie degli dei pagani), un'opera mitologica.

Diplomazia e carriera governativa: Boccaccio ebbe anche una carriera nel servizio pubblico, lavorando come ambasciatore e diplomatico per la Repubblica di Firenze. Tuttavia, non fu particolarmente soddisfatto della politica e delle sfide dell'epoca.

Stile e lingua: Boccaccio scrisse in un italiano fluido, contribuendo al perfezionamento della lingua italiana letteraria. La sua prosa è spesso elogiata per la sua chiarezza e raffinatezza stilistica.

Ultimi anni: Boccaccio passò gli ultimi anni della sua vita dedicandosi allo studio, all'insegnamento e alla scrittura. Morì nel 1375 a Certaldo, il suo paese natale, e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze.

L'eredità di Giovanni Boccaccio è significativa nell'ambito della letteratura italiana e dell'umanesimo. La sua opera continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di catturare la complessità della vita umana attraverso il prisma delle sue novelle e per il suo contributo allo sviluppo della lingua italiana.

Ludovico Ariosto 1474

Ludovico Ariosto (1474-1533) è stato un poeta italiano del Rinascimento, noto soprattutto per il suo poema epico comico "Orlando Furioso." Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Ludovico Ariosto:

"Orlando Furioso": La sua opera più celebre è l'"Orlando Furioso," un poema epico scritto in ottave, composto tra il 1505 e il 1532. L'opera è una continuazione del "Morgante" di Matteo Maria Boiardo. "Orlando Furioso" narra le gesta di vari eroi, tra cui Orlando (Rolando), Astolfo e Ruggiero, in un mondo fantastico di amori, avventure e magia.

Influenze: Ariosto fu influenzato dalla letteratura classica, dalla tradizione epica e cavalleresca, così come dalla cultura umanistica del Rinascimento. La sua poesia riflette la sua conoscenza profonda delle opere classiche e il suo interesse per i temi mitologici.

Umanesimo e Satira: Sebbene la sua opera sia legata alle tradizioni cavalleresche e mitologiche, Ariosto inserisce elementi di satira e umorismo nel "Orlando Furioso." Questo lo distingue dalla solennità di molti epici precedenti.

Cinque Canti: L'"Orlando Furioso" è diviso in quarantacinque canti, ma Ariosto inizialmente pubblicò solo i primi quaranta. In seguito, ne aggiunse altri cinque, noti come i "Cinque Canti," per fornire un'ulteriore conclusione alla storia.

Dopo la Morte: Ariosto morì nel 1533 a Ferrara, dove prestava servizio come comandante della fortezza di Ferrara per la famiglia d'Este. Dopo la sua morte, la sua opera continuò ad essere ammirata e studiata. La sua influenza si estese oltre la letteratura, influenzando anche il teatro, la pittura e la musica.

Stile e Influenza: Ariosto è noto per il suo stile vivace e fluido, la sua abilità nel ritrarre personaggi complessi e il suo uso dell'umorismo. La sua influenza è evidente in opere successive, tra cui "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso e "Don Chisciotte" di Miguel de Cervantes.

Ludovico Ariosto è riconosciuto come uno dei grandi poeti del Rinascimento italiano, e il suo "Orlando Furioso" rimane una delle opere più importanti e influenti della letteratura italiana.

Niccolò Machiavelli 1469

Niccolò Machiavelli (1469-1527) è stato un politico, filosofo e scrittore italiano del Rinascimento. La sua opera più famosa è "Il Principe," un trattato politico scritto nel 1513 e pubblicato postumo nel 1532. Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Niccolò Machiavelli:

"Il Principe": Quest'opera è un manuale politico in cui Machiavelli esplora il concetto di potere politico e fornisce consigli pratici su come un principe dovrebbe ottenere e mantenere il potere. Machiavelli enfatizza la realpolitik, suggerendo che la moralità personale del principe dovrebbe essere separata dalla necessità di mantenere il potere.

Ambito politico: Machiavelli fu coinvolto attivamente nella politica della Repubblica di Firenze. Svolse diverse missioni diplomatiche e militari per conto della città-stato. Tuttavia, a seguito di cambiamenti politici, fu imprigionato e escluso dalla vita politica.

"Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio": Oltre a "Il Principe", Machiavelli scrisse "Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio," un'opera in cui discuteva le forme di governo repubblicano e trattava delle istituzioni politiche. Quest'opera è considerata più favorevole alle repubbliche rispetto a "Il Principe."

Commedie e altri scritti: Machiavelli scrisse anche diverse commedie, poesie e trattati storici. Tra le sue commedie più note c'è "La Mandragola."

Influenza: La figura di Machiavelli è spesso associata all'immagine di un realista politico senza scrupoli. La parola "machiavellico" è diventata un termine usato per descrivere astuzia e manipolazione in politica. Tuttavia, alcune interpretazioni suggeriscono che la sua opera potrebbe essere stata anche una critica alla corruzione e alla mancanza di virtù dei potenti.

Rinascimento e Umanesimo: Machiavelli fu un prodotto del Rinascimento e dell'umanesimo italiano. La sua opera riflette il pensiero dell'epoca e la transizione da una visione teocentrica del mondo a una più centrata sull'uomo e sulla politica.

Machiavelli morì nel 1527, e il suo lavoro ebbe un impatto duraturo sulla filosofia politica e sulla teoria del potere. La sua analisi pragmatica della politica, sebbene controversa, ha continuato a stimolare il dibattito e l'interpretazione nel corso dei secoli.


Torquato Tasso 1544

Torquato Tasso (1544-1595) è stato un poeta italiano del Rinascimento, noto soprattutto per la sua epopea "La Gerusalemme Liberata." Ecco alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Torquato Tasso:

"La Gerusalemme Liberata": L'opera più celebre di Tasso è "La Gerusalemme Liberata" (La Gerusalemme liberata), un poema epico scritto tra il 1565 e il 1575. L'opera narra gli eventi della Prima Crociata e la liberazione di Gerusalemme. Tasso ha dedicato gran parte della sua vita alla stesura e revisione di questo poema, che è una delle epopee più importanti della letteratura italiana.

Umanesimo e Classicismo: Tasso fu influenzato dagli ideali umanistici e dal desiderio di emulare i modelli classici. Nella "Gerusalemme Liberata," si ispirò all'epopea classica, ma la arricchì con elementi romantici e fantastici.

Vita e Morte: La vita di Tasso fu segnata da periodi di successo, ma anche da momenti difficili e da problemi mentali. Passò parte della sua vita alla corte di Ferrara, dove ebbe contatti con importanti figure culturali dell'epoca. Tuttavia, la sua vita fu caratterizzata da periodi di sconvolgimenti emotivi, e trascorse anche del tempo in istituzioni psichiatriche. Morì a Roma nel 1595.

Il Dialogo: Oltre alla poesia epica, Tasso scrisse anche opere teatrali, saggi critici e dialoghi filosofici. Tra le sue opere teatrali, "Aminta" è particolarmente nota.

Stile e Poesia Lirica: Oltre all'epopea, Tasso scrisse anche poesie liriche. La sua poesia è caratterizzata da uno stile raffinato, elegante e melodico.

"Discorsi dell'arte poetica": Tasso scrisse un trattato sull'arte poetica, in cui espose le sue idee sulla creazione poetica, suggerendo regole e principi guida per i poeti.

Influenza successiva: L'opera di Tasso ebbe un notevole impatto sulla letteratura europea, influenzando poeti successivi come John Milton in Inghilterra.

La vita di Torquato Tasso fu caratterizzata da una combinazione di successi letterari e difficoltà personali. La sua "Gerusalemme Liberata" rimane una delle opere più significative della letteratura italiana e del Rinascimento.


Miguel de Cervantes 1547

Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616) è stato uno scrittore, romanziere, poeta e drammaturgo spagnolo del Rinascimento. La sua opera più celebre è "Don Chisciotte," considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura mondiale. Di seguito sono alcuni punti chiave sulla vita e l'opera di Miguel de Cervantes:

"Don Chisciotte": La sua opera più famosa, "Don Chisciotte," è stata pubblicata in due parti nel 1605 e nel 1615. Il romanzo è una satira dei romanzi cavallereschi popolari del suo tempo e segue le avventure di un nobile pazzo, Don Chisciotte, e del suo scudiero Sancho Panza. L'opera è stata un pioniere del genere romanzo moderno e ha avuto un impatto profondo sulla letteratura mondiale.

Prigionia e Morte: La vita di Cervantes fu segnata da molte difficoltà finanziarie. Nel 1597 fu imprigionato a Siviglia per debiti. Durante la sua prigionia, iniziò a scrivere "Don Chisciotte." Morì a Madrid nel 1616, poco prima della pubblicazione della seconda parte del suo capolavoro.

Altre Opere Narrative: Oltre a "Don Chisciotte," Cervantes scrisse diverse altre opere narrative, tra cui "Novelas ejemplares," una raccolta di racconti brevi, e "La Galatea," una novella pastorale.

Teatro: Cervantes fu anche un drammaturgo, ma non raggiunse il successo nel teatro che ottenne con il suo romanzo. Tra le sue opere teatrali, "El cerco de Numancia" è una delle più note.

"Viaje del Parnaso": Questa opera è una satira poetica in cui Cervantes critica la letteratura del suo tempo e parla delle difficoltà che gli autori devono affrontare per ottenere riconoscimento.

Lingua Spagnola Moderna: L'uso della lingua spagnola da parte di Cervantes è stato fondamentale per lo sviluppo della lingua moderna. La sua scrittura è considerata un punto di riferimento nello sviluppo del castigliano.

Influenza Duratura: Cervantes è una figura chiave nella letteratura spagnola e mondiale. La sua opera ha influenzato una vasta gamma di scrittori, tra cui molti degli autori più importanti del XVIII e XIX secolo.

Miguel de Cervantes è spesso definito il "padre della narrativa moderna" e la sua eredità è evidente nell'approccio alla scrittura narrativa che prevalse nei secoli successivi. La sua genialità artistica e la profondità della sua satira gli hanno conferito un posto di rilievo nella storia della letteratura.


Lope de Vega 1562


Lope de Vega (1562-1635) è uno dei più importanti autori teatrali della Spagna del periodo rinascimentale e barocco. Nato il 25 novembre 1562 a Madrid e morto il 27 agosto 1635, è stato un prolifico drammaturgo, poeta e romanziere spagnolo. La sua produzione letteraria è stata eccezionalmente vasta, conosciuta per la sua prolificità e diversità di stili.

Ecco alcune informazioni chiave sulla vita e l'opera di Lope de Vega:

Vita e formazione: Lope de Vega proveniva da una famiglia modesta, e studiò al Collegio Imperial di Madrid e all'Università di Alcalá. Abbracciò presto la carriera letteraria, lasciando gli studi per scrivere poesie e drammi.

Opera drammatica: Lope de Vega è noto soprattutto per le sue numerose opere teatrali. Ha scritto oltre 1.500 commedie, tra cui molte commedie capolavoro. Le sue commedie sono famose per la loro vivacità, la varietà dei personaggi e le trame avvincenti. Tra le sue opere più celebri si includono "Fuenteovejuna," "El caballero de Olmedo," e "La dama boba."

Innovazione drammatica: Lope de Vega è stato uno dei principali pionieri del teatro barocco spagnolo. Ha introdotto nuovi elementi nella drammaturgia spagnola, tra cui l'uso del verso "verso lopesco," un tipo di verso endecasillabo con rime libere. Ha anche enfatizzato il ruolo delle emozioni umane e delle passioni nelle sue opere.

Polemiche letterarie: Lope de Vega è stato coinvolto in numerose polemiche letterarie con altri autori del suo tempo, tra cui il suo celebre conflitto con il drammaturgo rival Calderón de la Barca. Queste polemiche hanno contribuito a definire il panorama letterario spagnolo dell'epoca.

Opere poetiche e romanzi: Oltre al teatro, Lope de Vega ha scritto poesie, romanzi e saggi. La sua poesia comprende sonetti, madrigali e poemi epici. Il suo romanzo più famoso è "La Arcadia," un romanzo pastorale.

Vita personale: La vita di Lope de Vega è stata altrettanto tumultuosa delle sue opere. Si sposò tre volte e ebbe numerosi figli. La sua vita fu segnata da alti e bassi finanziari, nonché da frequenti relazioni amorose. Scriveva spesso sulla vita e le passioni amorose nelle sue opere.

Lope de Vega è considerato uno dei pilastri della letteratura spagnola e il padre del teatro spagnolo. La sua influenza sulla drammaturgia e sulla letteratura in generale è stata duratura e continua a essere studiata e apprezzata in tutto il mondo.


William Shakespeare 1564

William Shakespeare è uno dei drammaturghi più celebri e influenti della storia del teatro e della letteratura mondiale. Nato a Stratford-upon-Avon, Inghilterra, nel 1564, e morto nel 1616, la sua opera ha lasciato un'impronta indelebile sulla cultura e sulla scrittura drammatica. Ecco alcune informazioni chiave sulla vita e l'opera di William Shakespeare:

1. Vita e famiglia: William Shakespeare nacque da una famiglia di medio-borghesi. Si sa poco della sua giovinezza, ma si crede che abbia frequentato una scuola locale a Stratford. Nel 1582, sposò Anne Hathaway, con cui ebbe tre figli. Successivamente, si trasferì a Londra, dove cominciò la sua carriera teatrale.

2. Carriera teatrale: Shakespeare divenne attore e drammaturgo a Londra nel periodo elisabettiano. Si unì alla compagnia teatrale "Lord Chamberlain's Men," che in seguito divenne nota come "The King's Men" sotto il regno di Giacomo I d'Inghilterra. La sua carriera teatrale ebbe grande successo e contribuì significativamente allo sviluppo del teatro elisabettiano.

3. Opere: Shakespeare scrisse un totale di 37 opere teatrali, che possono essere suddivise in tre categorie principali: tragedie, commedie e drammi storici. Alcune delle sue opere più celebri includono "Romeo e Giulietta," "Amleto," "Macbeth," "Otello," "Il Mercante di Venezia," "La Dodicesima Notte" e "Sogno di una notte di mezza estate." Le sue opere affrontano temi universali come l'amore, la vendetta, la gelosia, il potere e la condizione umana.

4. Versatilità e innovazione: Shakespeare è noto per la sua capacità di scrivere in una varietà di stili e generi. Le sue opere spaziano dalla tragedia alla commedia e al dramma storico, dimostrando una versatilità incredibile. Inoltre, ha introdotto nuovi linguaggi e forme drammatiche nel teatro elisabettiano, contribuendo al suo sviluppo e alla sua evoluzione.

5. Lingua e stile: Shakespeare è ammirato per la sua abilità nell'uso della lingua inglese. Ha introdotto numerose parole e espressioni nel vocabolario inglese e ha creato versi in rima e poesie che sono ancora oggi considerati tra i più belli della letteratura inglese. Il suo stile drammatico è noto per la sua profondità psicologica, la complessità dei personaggi e la sua capacità di esplorare i conflitti umani.

6. Eredità: Dopo la sua morte nel 1616, l'eredità di Shakespeare ha continuato a crescere. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue e sono state rappresentate in teatri di tutto il mondo. Il suo influsso sulla letteratura, il teatro e la cultura popolare è immane, e il suo lavoro continua ad essere oggetto di studio, adattamento e ammirazione.

William Shakespeare è indiscutibilmente uno dei più grandi scrittori della storia e il suo contributo alla letteratura e al teatro ha influenzato generazioni di artisti e appassionati di cultura. La sua opera rimane una parte fondamentale del patrimonio culturale mondiale.



Christopher Marlowe 1564

Christopher Marlowe è stato un drammaturgo e poeta inglese del XVI secolo, noto per il suo contributo significativo alla letteratura elisabettiana. La sua breve vita, segnata da una morte prematura e circondata da mistero, ha aggiunto fascino alla sua figura. Ecco alcune informazioni chiave su Christopher Marlowe:

1. Vita e formazione: Christopher Marlowe nacque il 26 febbraio 1564 a Canterbury, in Inghilterra, poche settimane prima della nascita di William Shakespeare. Studiò al Corpus Christi College di Cambridge, dove dimostrò un notevole talento per le lingue e la poesia.

2. Carriera letteraria: Marlowe è noto per aver scritto alcune delle opere teatrali più influenti del periodo elisabettiano. La sua opera più celebre è "Il Dottor Faustus," una tragedia basata sul mito di Faust, l'uomo che fa un patto con il diavolo. Questo lavoro è considerato uno dei primi capolavori del teatro inglese e ha influenzato notevolmente le opere successive di autori come Shakespeare.

3. Altre opere teatrali: Marlowe scrisse anche altre opere teatrali, tra cui "Tamburlaine," una tragedia basata sulla vita del condottiero mongolo Timur il Grande, e "Eduardo II," una tragedia storica che esplora il regno turbolento di Edoardo II d'Inghilterra.

4. Stile e innovazione: Marlowe è noto per il suo stile poetico e drammatico audace. Le sue opere sono caratterizzate da versi potenti e profondi, oltre che da una forte esplorazione dei temi dell'ambizione, del potere e della ricerca del sapere. È stato uno dei primi drammaturghi a introdurre versi blank verse (versi senza rima) nel teatro inglese, influenzando così Shakespeare e altri autori.

5. Morte misteriosa: La vita di Marlowe fu segnata da controversie e scandali. Nel 1593, fu arrestato per il suo coinvolgimento in una rissa in un taverna, ma poco dopo morì in circostanze misteriose. La causa della sua morte è stata oggetto di speculazioni e teorie del complotto. Alcuni sostengono che fu assassinato, mentre altri credono che la sua morte fu il risultato di conflitti politici dell'epoca.

6. Eredità: Nonostante la sua morte precoce all'età di 29 anni, l'opera di Christopher Marlowe ha avuto un impatto duraturo sulla letteratura inglese e sul teatro elisabettiano. Il suo talento e la sua innovazione nella scrittura teatrale hanno aperto la strada per molti altri drammaturghi successivi, tra cui Shakespeare. Marlowe è considerato una figura di grande importanza nella storia del teatro e della poesia inglese.

In sintesi, Christopher Marlowe è stato un drammaturgo e poeta straordinario del Rinascimento inglese, la cui opera ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del teatro elisabettiano e alla creazione di alcune delle opere più iconiche della letteratura inglese. La sua breve, ma intensa, carriera continua a ispirare e affascinare gli studiosi e gli appassionati di letteratura.


Ben Jonson 1572

Ben Jonson (1572-1637) è stato un autore e drammaturgo inglese di grande rilievo nel periodo elisabettiano e jacopeo. È noto per le sue commedie satiriche e le opere teatrali, oltre ad essere stato una figura chiave nel panorama letterario e teatrale dell'Inghilterra rinascimentale.

Ecco alcuni aspetti salienti della vita e delle opere di Ben Jonson:

Opere teatrali: Jonson scrisse numerose opere teatrali, tra cui commedie, masques e tragedie. Una delle sue commedie più famose è "Volpone" (1606), una satira sociale che critica la cupidigia umana. Altre opere teatrali importanti includono "The Alchemist" (1610) e "Bartholomew Fair" (1614), che affrontano temi come l'inganno, la corruzione e la follia umana.

Stile letterario: Jonson era noto per il suo stile poetico e la sua abilità nell'uso delle parole. Le sue opere erano caratterizzate da una lingua ricca, una struttura ben definita e un uso vivace della satira. Era uno dei principali sostenitori dell'uso della "commedia di carattere" o "commedia dell'umorismo", che enfatizzava la rappresentazione di personaggi ben delineati con tratti distinti.

Amicizia con Shakespeare: Jonson era contemporaneo e amico di William Shakespeare. La sua opera "First Folio" del 1623 include una dedica in cui elogia Shakespeare come uno dei "Soli Sopravvissuti" (The Sweet Swan of Avon) e riconosce il suo contributo al teatro inglese.

Ruolo di critico e poeta laureato: Jonson non era solo un autore teatrale, ma anche un critico letterario e poeta laureato. Fu il primo poeta laureato d'Inghilterra e scrisse numerose opere poetiche, tra cui l'elegia funebre per il figlio defunto, "On My First Sonne."

Contributo ai masques: Jonson fu noto anche per la sua collaborazione con il compositore di musica Inigo Jones nei masques, spettacoli di corte caratterizzati da una combinazione di musica, danza, poesia e scenografia elaborata.

Arresto e condanna: Nel 1598, Jonson fu coinvolto in una rissa che portò alla morte di un altro uomo e fu arrestato e condannato a morte per omicidio colposo. Tuttavia, fu graziato e la sua condanna fu commutata in una pena pecuniaria. Questo episodio ebbe un impatto significativo sulla sua vita e sulla sua opera successiva.

Eredità: Ben Jonson è ricordato come una delle figure più influenti del teatro e della letteratura elisabettiana. Le sue commedie, con il loro acuto umorismo e la loro satira sociale, hanno avuto un impatto duraturo sulla drammaturgia successiva e sono ancora studiate e rappresentate oggi.

In sintesi, Ben Jonson è stato un autore elisabettiano notevole noto per le sue commedie satiriche, il suo talento poetico e la sua influenza duratura sulla letteratura e il teatro inglese rinascimentale. La sua opera continua a essere ammirata per la sua maestria linguistica e la sua analisi acuta della società e della natura umana


John Webster 1580

John Webster (c. 1580-c. 1634) drammaturgo inglese. Autore di opere d'esordio scritte in collaborazione con  altri, firmò poi due grandi tragedie di soggetto italiano, The white devil (circa 1607-12, pubbl. 1612)  e The duchesse of Malfi (rappr. circa 1616, pubbl. 1623), che restano tra le opere maggiori prodotte alla fine del periodo aureo del teatro elisabettiano.

Figlio di un sarto londinese e lui stesso membro della Merchant taylors' company, nel 1602 iniziò a scrivere opere drammatiche in collaborazione. Formò il sodalizio più duraturo con Th. Dekker, con il quale tra il 1603 e il 1607 produsse fra l'altro Westward Hoe e Northward Hoe. Per suo conto W. scrisse il prologo al The malcontent di J. Marston (1604) e una serie di trentadue "caratteri" per la sesta edizione dei Characters di sir Thomas Overbury; compose la tragicommedia The devil's law case (rappr. prima del 1619, pubbl. 1623) e la tragedia classicheggiante Appius and Virginia (rappr. prima del 1619, pubbl. 1654). In questa attività, che certo non distinguerebbe W. dagli altri mestieranti della penna e del teatro, s'inserì una breve e improvvisa vampata di genio che gli fece scrivere le sue due opere maggiori:The white devil  e The duchesse of Malfi . La prima ha per argomento la passione del duca di Bracciano per Vittoria Accoramboni, con i delitti cui diede origine; avvenimenti giunti a conoscenza di W. per un imprecisato tramite, forse orale. La seconda si basa sulla persecuzione della duchessa di Amalfi da parte dei fratelli per il suo matrimonio col maggiordomo Antonio Bologna. Fonte è una novella di M. Bandello (I, 26), giunta a W. per il tramite di F. de Belleforest. Le due tragedie, in cui il senso della fatalità è connaturato nei personaggi, sono colme di orrore, senza luce di speranza, e contengono momenti di intensa poesia.



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