martedì 3 gennaio 2023

Corso di storia dell'economia: Lezione 9 Keynesianesimo


Keynesianesimo

Il keynesianesimo è basato sulle idee di John Maynard Keynes. Questa teoria si è sviluppata in risposta alla Grande Depressione degli anni '30 e ha introdotto l'idea che il governo dovrebbe intervenire nell'economia per stimolare la domanda aggregata e combattere la disoccupazione. Il keynesianesimo ha sottolineato l'importanza della spesa pubblica e delle politiche fiscali per gestire le fluttuazioni economiche.

Il keynesianesimo è una teoria economica che si basa sulle idee dell'economista britannico John Maynard Keynes. Questa teoria emerse negli anni '30 in risposta alla Grande Depressione, un periodo di profonda recessione economica caratterizzato da disoccupazione elevata e bassa produzione industriale. Le principali caratteristiche e concetti del keynesianesimo includono.

Intervento governativo: Una delle idee fondamentali del keynesianesimo è che il governo dovrebbe svolgere un ruolo attivo nell'economia, specialmente durante le fasi di recessione economica. Keynes sottolineava che il settore privato da solo non era in grado di garantire il pieno impiego delle risorse economiche, poiché le forze del mercato potevano portare a periodi di disoccupazione involontaria.

Domanda aggregata: Keynes introdusse il concetto di "domanda aggregata," che si riferisce alla somma delle spese di consumo delle famiglie, delle spese di investimento delle imprese, delle spese governative e delle esportazioni nette (esportazioni meno importazioni). Sostenne che una diminuzione della domanda aggregata poteva portare a una caduta della produzione e della crescita economica.

Politica fiscale: Il keynesianesimo sostiene che il governo possa influenzare l'attività economica attraverso politiche fiscali, come l'aumento delle spese pubbliche e la riduzione delle tasse durante i periodi di recessione per stimolare la domanda aggregata e promuovere la crescita economica. Al contrario, durante i periodi di inflazione, il governo può ridurre le spese pubbliche e aumentare le tasse per frenare la domanda.

Politica monetaria: Oltre alla politica fiscale, il keynesianesimo riconosce l'importanza della politica monetaria, gestita dalle banche centrali. Una riduzione dei tassi di interesse può incentivare la spesa e gli investimenti delle imprese, mentre un aumento dei tassi può limitare l'espansione economica per contenere l'inflazione.

Flessibilità dei salari e dei prezzi: Keynes sottolineava che i salari e i prezzi non si adattano immediatamente alle fluttuazioni della domanda e dell'offerta. Pertanto, le fluttuazioni economiche possono creare disoccupazione involontaria e decaduta della produzione. Questa rigidità dei prezzi e dei salari può essere superata con l'intervento governativo.

Teoria della preferenza per la liquidità: Keynes introdusse la teoria della preferenza per la liquidità, sostenendo che le persone hanno una preferenza per tenere denaro liquido rispetto a investirlo in attività che potrebbero comportare rischi. Questa preferenza per la liquidità può portare a situazioni di bassa spesa e bassa attività economica.

Il keynesianesimo ebbe un'influenza significativa nelle politiche economiche degli Stati Uniti e di molte altre nazioni durante il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, noto come l'era keynesiana. Tuttavia, nel corso del tempo, il keynesianesimo è stato oggetto di dibattito e critica da parte di altre scuole di pensiero economico, e le politiche economiche sono spesso influenzate da una combinazione di approcci keynesiani e non keynesiani, a seconda delle circostanze e delle sfide economiche del momento.


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