giovedì 12 gennaio 2023

Corso filosofi del XX Secolo: Lezione 5 Morin Kuhn

Edgar Morin 1921

https://youtu.be/VwXLBq9vtsE


Edgar Nahoum di origine ebrea sefardita, detto Edgar Morin (1921) è un filosofo e sociologo francese. Nella resistenza conosce François Mitterrand e adotta il nome di battaglia "Morin", che non dismetterà più. Nel 1941 aderisce al Partito Comunista Francese. Prende parte alla liberazione di Parigi nell'agosto del 1944  e successivamente a Landau dove è prima attaché allo Stato Maggiore della Prima Armata francese in Germania (1944), poi Capo dell'Ufficio Propaganda del governo militare Francese (1945). Alla Liberazione scrive L'anno zero della Germania sulla situazione del popolo tedesco, libro che richiama l'attenzione di Maurice Thorez, allora segretario generale del Partito Comunista Francese e Ministro della Funzione Pubblica, che lo invita a scrivere nella rivista Lettres Françaises.

Nel 1946 torna a Parigi e abbandona la carriera militare, proseguendo le attività nel partito comunista. Per le sue posizioni anti staliniste il rapporto col partito nel 1949 inizia a deteriorarsi, fino alla sua espulsione nel 1951, seguita alla pubblicazione di un articolo su Le Nouvel Observateur (all'epoca noto come France-observateur). Nel 1950 entra al Centre National de Recherche Scientifique (CNRS, Centro Nazionale della Ricerca Scientifica) nel campo dell'antropologia sociale, su consiglio e con l'appoggio di Maurice Merleau-Ponty.

 Nel 1960, Morin viaggia per l'America latina, visitando Brasile, Cile, Bolivia, Perù e Messico, dove viene profondamente impressionato dalla cultura indigena e afro - brasiliana. Tornato in Francia, pubblica L'Esprit du Temps.
Compie quindi una ricerca multidisciplinare su di una Comune in Bretagna, che darà luogo alla pubblicazione dal titolo La Métamorphose de Plozevet (1967). Si tratta di uno dei primi saggi di etnologia sulla Francia contemporanea, ma Morin viene etichettato come 'eretico' per la natura transdisciplinare del suo lavoro, cosa che contriburà alla sua crescente avversione per l'ambiente accademico parigino, e lo indurrà a passare un tempo sempre maggiore lavorando lontano dalla capitale. Nel 1968 Morin sostitusce Henri Lefébvre all'Università di Nanterre. Nel 1969 Morin trascorre un anno al Salk Institute a La Jolla, California, dove entra in familiarità con la rivoluzione negli studi di genetica iniziata con la scoperta del DNA; queste influenze culturali contribuiranno alla sua visione combinante cibernetica, teoria dell'informazione e teoria dei sistemi, basi di una riforma del pensiero, in cui si gettano le basi di una nuova conoscenza che superi la separazione dei saperi presente nella nostra epoca e che sia capace di educare gli educatori ad un pensiero della complessità.

Thomas Samuel Kuhn 1922

 


Thomas Samuel Kuhn (1922 – 1996) è stato uno storico della scienza e filosofo statunitense.
Fu un epistemologo che scrisse vari saggi di storia della scienza, sviluppando alcune fondamentali nozioni di filosofia della scienza. Formulò un'epistemologia alternativa a quella dell'empirismo logico e di Karl Popper, suoi principali bersagli polemici.Ottenne la laurea in fisica all'Università Harvard dove divenne insegnante di Storia della scienza. Insegnò quindi all'Università di Berkeley, di Princeton ed al MIT di Boston. In La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962), la sua opera più celebre e conosciuta, Kuhn sostiene che la scienza invece di progredire gradualmente verso la verità è soggetta a rivoluzioni periodiche che egli chiama slittamenti di paradigma.
Kuhn ci dice che la scienza attraversa ciclicamente alcune fasi che sono indicative di come essa operi. Per Kuhn la scienza è paradigmatica, e la demarcazione tra scienza e pseudoscienza è riconducibile all'esistenza di un paradigma.
La Fase 0 è dunque il periodo chiamato pre-paradigmatico, caratterizzato dall'esistenza di molte scuole differenti in competizione tra di loro e l'assenza di un sistema di principi condivisi. In questa fase, lo sviluppo di una scienza assomiglia più a quello delle arti ed è presente molta confusione. A un certo punto della storia della scienza in esame, viene sviluppata una teoria in grado di spiegare molti degli effetti studiati dalle scuole precedenti; nasce così il paradigma, l'insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una tradizione di ricerca all'interno della quale le teorie sono accettate da tutti i cultori.
Questa adesione sancisce la Fase 1, ovvero, l'accettazione del paradigma. Una volta definito il paradigma ha inizio la Fase 2, ovvero, quella che Kuhn chiama la scienza normale. Nel periodo di scienza normale gli scienziati sono visti come risolutori di rompicapi, che lavorano per migliorare l'accordo tra il paradigma e la natura. Questa fase, infatti, è basata sull'insieme dei principi di fondo dettati dal paradigma, che non vengono messi in discussione, ma ai quali, anzi, è affidato il compito di indicare le coordinate dei lavori successivi. In tale fase vengono sviluppati gli strumenti di misura con cui si svolge l'attività sperimentale, vengono prodotti la maggior parte degli articoli scientifici, ed i suoi risultati costituiscono la maggior parte della crescita della conoscenza scientifica.
 Durante la fase di scienza normale si otterranno successi, ma anche insuccessi; tali insuccessi, per Kuhn, prendono il nome di anomalie, ovvero eventi che vanno contro il paradigma. Lo scienziato normale, da buon risolutore di rompicapo quale è, tenta di risolvere tali anomalie.
Si passa così alla Fase 3, nella quale il ricercatore si scontra con le anomalie. Quando il fallimento è particolarmente ostinato o evidente, può avvenire che l'anomalia metta in dubbio tecniche e credenze consolidate con il paradigma, aprendo così la Fase 4, ovvero la crisi del paradigma. Come conseguenza della crisi, in tale periodo si creeranno paradigmi diversi. Tali nuovi paradigmi non nasceranno quindi dai risultati raggiunti dalla teoria precedente ma, piuttosto, dall'abbandono degli schemi precostituiti del paradigma dominante.
Si entra così nella Fase 5, la rivoluzione (scientifica). Nel periodo di scienza straordinaria, si aprirà una discussione all'interno della comunità scientifica su quali dei nuovi paradigmi accettare.
Però non sarà necessariamente il paradigma più "vero" o il più efficiente ad imporsi, ma quello in grado di catturare l'interesse di un numero sufficiente di scienziati, e di guadagnarsi la fiducia della comunità scientifica. I paradigmi che partecipano a tale scontro, secondo Kuhn, non condividono nulla, neanche le basi e quindi non sono paragonabili. La scelta del paradigma avviene, come detto, per basi socio-psicologiche oppure biologiche (giovani scienziati sostituiscono quelli anziani).
La battaglia tra paradigmi risolverà la crisi, sarà nominato il nuovo paradigma e la scienza sarà riportata a una Fase 1.

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