giovedì 12 gennaio 2023

Corso filosofi del XX Secolo: Lezione 11 Pellicani Agamben Preve

Luciano Pellicani 1939


Luciano Luigi Pellicani (Ruvo di Puglia, 10 aprile 1939) è un sociologo, giornalista e docente universitario italiano. Cresciuto a Napoli con la madre separata, nel 1964 si laureò in scienze politiche all'università di Roma, con una tesi su Antonio Gramsci.
Proprio lavorando alla tesi, Pellicani, di famiglia tradizionalmente comunista, si convinse che «il comunismo non era una buona idea realizzata male. Era proprio un'idea sbagliata», e abbracciò idee socialiste-riformiste. Dopo la laurea si recò in Spagna, dove studiò l'opera e il pensiero del sociologo José Ortega y Gasset, per proseguire gli studi sociologici in Francia. Tornato in Italia, cominciò ad insegnare all'Università di Urbino.
Nel 1976, dopo aver letto un articolo di Bettino Craxi, in cui il politico citava un saggio su Eduard Bernstein che Pellicani aveva scritto anni prima, Pellicani contattò il leader socialista, sancendo l'inizio di una collaborazione con il Partito Socialista Italiano. Intellettuale lontano dagli apparati di partito, Pellicani contribuì quasi esclusivamente inviando saggi e discorsi politici e, in seguito (dal 1985) dirigendo il periodico di area socialista Mondoperaio.
Alla dissoluzione del partito dopo Mani Pulite, decise di chiudere Mondoperaio. Riguardo all'inchiesta giudiziaria, in un'intervista ha dichiarato che, anche se le irregolarità erano presenti in tutti i partiti (eccetto il Partito Radicale), non poteva «perdonare al gruppo dirigente socialista di aver affogato nella corruzione le buone idee».
Nel 1998 si avvicinò allo Socialisti Democratici Italiani (Sdi), dichiarando di voler rimanere di centrosinistra (pur lontano da posizioni massimaliste) e quindi rifiutandosi di emigrare, come molti ex socialisti fecero, in Forza Italia con Silvio Berlusconi. Nello stesso anno, Mondoperaio riprese le pubblicazioni, sempre con Pellicani direttore.
Nel corso della manifestazione di Roma organizzata dall'Ulivo il 3 marzo 2002 Pellicani, il solo socialista presente tra i relatori in una delle sue rarissime apparizioni in piazza, fu duramente fischiato quando nel suo intervento attaccò la linea politica dei Girotondi e di Antonio Di Pietro.
È stato candidato senatore per la Rosa Nel Pugno alle elezioni politiche italiane del 2006, senza essere però eletto.
In tutti questi anni ha continuato a svolgere l'attività di docente presso l'Università LUISS – dove è ordinario di sociologia politica e docente di antropologia culturale – e a pubblicare saggi, alcuni dei quali sono stati tradotti in varie lingue. Uno di essi, La genesi del capitalismo e le origini della modernità, è stato definito "un classico" dalla rivista statunitense Telos, ed è considerato un testo noto soprattutto per quanto riguarda la critica ad alcune tesi di Karl Marx e di Max Weber. È stato molto criticato il suo saggio, "Lenin e Hitler. I due volti del totalitarismo", in cui Pellicani equipara appunto Lenin, leader della rivoluzione russa e del sovvertimento del regime zarista, e Adolf Hitler, führer del partito nazista, principale ideatore dell'Olocausto e più diretto responsabile della Seconda guerra mondiale.
Rare sono le apparizioni televisive di Pellicani, che è intervenuto sporadicamente all'interno della trasmissione Ballarò di Giovanni Floris, suo ex-allievo.

Giorgio Agamben 1942

Giorgio Agamben (nato nel 1942) - Giorgio Agamben è un filosofo italiano nato il 22 aprile 1942 a Roma, Italia. È noto per il suo lavoro sulla filosofia politica, la teoria dello stato d'eccezione, la biopolitica e una vasta gamma di temi legati alla filosofia contemporanea. Il suo pensiero è complesso e interdisciplinare, attingendo a influenze dalla filosofia, dalla teoria politica, dalla teologia e dalla critica letteraria.

Alcuni dei concetti e delle opere più riconosciuti di Giorgio Agamben includono:

Stato d'eccezione: Agamben ha sviluppato la teoria dello "stato d'eccezione", sostenendo che lo stato moderno tende a perpetuare uno stato di emergenza in cui i diritti civili e le libertà possono essere sospesi. Questa teoria ha avuto un impatto significativo sulla comprensione dei governi contemporanei.

Biopolitica: Agamben ha esplorato il concetto di biopolitica, concentrandosi sulla gestione del potere statale sulla vita umana stessa. Ha analizzato come il potere governativo regoli questioni come la nascita, la morte e il controllo della popolazione.

Homo Sacer: Il libro "Homo Sacer: Il potere sovrano e la vita nuda" è uno dei lavori più influenti di Agamben. In esso, affronta la nozione dell'"homo sacer", una figura giuridica romana che non può essere uccisa né sacrificata, ma può essere eliminata impunemente. Questo concetto viene applicato alla modernità per analizzare il potere sovrano e il rapporto tra vita e politica.

Studi su filosofi e autori: Agamben ha scritto ampiamente su filosofi come Martin Heidegger, Walter Benjamin, Michel Foucault e Carl Schmitt, oltre a riflettere su opere letterarie, teologiche e filosofiche.

Giorgio Agamben è stato una figura centrale nella filosofia contemporanea e ha influenzato profondamente il dibattito intellettuale in tutto il mondo. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue e la sua erudizione interdisciplinare gli ha permesso di esplorare in modo originale questioni fondamentali sulla politica, la storia e la natura umana.


Costanzo Preve 1943

Costanzo Preve (Valenza, 14 aprile 1943 – Torino, 23 novembre 2013) è stato un filosofo, saggista, insegnante e politologo italiano. Di ispirazione marxiana ed hegeliana, Preve ha scritto numerosi volumi e saggi di argomento filosofico, pubblicati in Italia e all'estero. Il padre, che al momento della nascita di Costanzo è mobilitato, lavora come funzionario delle Ferrovie dello Stato mentre la madre, casalinga, proviene da una famiglia ortodossa di origine armena. Viene cresciuto dalla nonna materna in lingua francese, e attraverso di lei inizia a conoscere la cultura e la lingua greca; come vedremo, entrambe queste circostanze avranno un grande rilievo nella vita di Preve. Personalmente non è credente, pur riconoscendo l'importanza del fenomeno religioso. Studia a Torino, dove conseguirà la maturità classica nel 1962; durante i mesi estivi lavora in campagna nel Regno Unito. Dietro pressioni del padre, nel 1962 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino. Verificando il suo totale disinteresse per gli studi giuridici, nel 1963 decide di passare alla facoltà di Scienze politiche, che però non frequenterà mai; nel giugno 1967 ne conseguirà ugualmente la laurea, discutendo con il professor Alessandro Galante Garrone una tesi sui "Temi delle elezioni politiche italiane del 18 aprile 1948". Sempre nel 1963 vince per concorso una borsa di studio all'Università di Parigi, dove si reca con il proposito di condurre studi filosofici; qui seguirà i corsi su Hegel tenuti da Jean Hyppolite, frequenterà i seminari di Louis Althusser e Jean-Paul Sartre, e sotto la guida di Roger Garaudy e di Gilbert Mury, si avvicinerà a Karl Marx. A Parigi segue soprattutto corsi di filosofia greca classica e di germanistica, e nel 1964 grazie ad una borsa di studio si reca per un semestre invernale alla Freie Universität di Berlino. Nel 1965 passa dal dipartimento di germanistica a quello di neoellenistica, e vince una borsa di studio per recarsi ad Atene; all'Università di Atene studia greco classico con Panagis Lekatsas e storia contemporanea con Nikos Psyroukhis, che esercitano su di lui un grande ascendente. Qui prepara una tesi di laurea in greco moderno sul tema: "L'illuminismo greco e le sue tendenze radicali e rivoluzionarie. Etnogenesi della nazione greca moderna fra Settecento e Ottocento. Il problema della discontinuità con la grecità classica e con la grecità bizantina”. Poliglotta dagli anni dell'università, e fermo sostenitore della lettura dei testi filosofici nella lingua originale, egli apprenderà inglese, portoghese, francese, tedesco, spagnolo, russo, greco antico e moderno, arabo, ebraico, e latino. Nel 1967 ritorna a Torino e si sposa l'anno seguente; nello stesso 1968 consegue per concorso l'abilitazione all'insegnamento liceale di lingua e letteratura francese e di storia della filosofia mentre nel 1970 vince il concorso nazionale di ordinariato per l'insegnamento della filosofia e della storia nei licei. Insegnante dal 1967 fino alla pensione del 2002, per due anni (1967-69) insegna francese e inglese, mentre per trentatré anni (1969-2002) è docente di storia e filosofia al V Liceo Scientifico di Torino (oggi Liceo Alessandro Volta). Trascorre gli anni che vanno dal 1967 al 1978 in un'intensa attività politica, aderendo dal 1973 al 1975 al PCI per poi militare in vari gruppi della sinistra extraparlamentare; in questi anni, l'attività filosofica di Preve è incentrata nel tentativo di conciliare esistenzialmente il comunismo, il marxismo e la filosofia. Nel 1978 Gianfranco La Grassa, Maria Turchetto ed Augusto Illuminati lo invitano a varie collaborazioni; con essi fonderà nel 1982 il CSMS (Centro Studi di Materialismo Storico) di Milano, del quale redigerà inoltre il manifesto programmatico. In questo contesto, e per finanziamento di questo centro, esce il suo primo volume indipendente (cfr. La filosofia imperfetta, Franco Angeli, Milano 1984). Questo testo testimonia la sua adesione di massima alla proposta filosofica dell'Ontologia dell'essere sociale dell'ultimo Lukács, ed anche, indirettamente, il suo distacco definitivo dalla scuola di Louis Althusser. Insieme con Franco Volpi, Maria Turchetto, Augusto Illuminati, Fabio Cioffi, Amedeo Vigorelli, ed altri fonda nel 1980 a Milano la rivista di dibattito “Metamorfosi”, che pubblicherà sedici numeri di tipo monografico per tutti gli anni ottanta. In quasi tutti i fascicoli vi sono suoi contributi, che spaziano da un esame dell'operaismo italiano da Panzieri a Tronti e Negri, all'analisi del marxismo dissidente nei paesi socialisti, alla discussione sulla filosofia di Lukács, alla critica delle ideologie del progresso storico, all'indagine sullo statuto filosofico della critica marxiana dell'economia politica. Nel 1983 contribuisce ad organizzare, insieme con Emilio Agazzi, un congresso internazionale dedicato al centenario della morte di Marx (Milano, dicembre 1983), e vi svolge una relazione sulle categorie modali di necessità e di possibilità in Marx. Da quest'esperienza nasce una rivista chiamata “Marx 101”, che uscirà nei due decenni successivi in due serie di numeri monografici e di cui Preve sarà membro del comitato di redazione. Per tutti gli anni ottanta collabora al mensile teorico “Democrazia Proletaria”, organo dell'omonimo partito (1976-1991), che poi diverrà insieme con i fuoriusciti dal PCI la seconda componente politica e militante del PRC (Partito della Rifondazione Comunista). Sarà iscritto a DP soltanto per un breve periodo (1988-1991), facendo parte della direzione nazionale; nella battaglia politica fra i sostenitori di una scelta ecologista (Mario Capanna) e neocomunista, Preve sostiene la seconda con una serie di articoli. Nel 1991, quando le componenti di Democrazia Proletaria e dell'Associazione Culturale Marxista confluiscono nel Partito della Rifondazione Comunista, Preve abbandona la militanza politica diretta. Fra il 1989 ed il 1994, con la pubblicazione di otto volumi consecutivi usciti presso l'editore Vangelista di Milano, Preve affronta il suo “ultimo tentativo personale di coerentizzazione di un paradigma filosofico marxista globale”. A partire dalla seconda metà degli anni novanta si verifica infatti una discontinuità nella sua produzione; Preve opta per l'abbandono di ogni “ismo” di riferimento, uscendo del tutto “dalla cosiddetta Sinistra” e dalle sue procedure di “accoglimento e cooptazione”. Ritenendo che la globalizzazione nata dall'implosione dell'Unione Sovietica non si lasci più “interrogare” attraverso le categorie di Destra e di Sinistra, ma richieda altre categorie interpretative, Preve diviene inoltre un convinto sostenitore della necessità di superare la dicotomia sinistra-destra. Questa posizione, condivisa da alcuni intellettuali e movimenti internazionali, è stata criticata da molti, tra cui lo scrittore Valerio Evangelisti, che ne ha sottolineato l'ambiguità ideologica. Autore e saggista molto prolifico, ha dedicato le sue ultime riflessioni a temi come il comunitarismo, la geopolitica, l'universalismo, la questione nazionale, oltre ovviamente ad un'ininterrotta attenzione al rapporto marxismo-filosofia. Muore a Torino il 23 novembre 2013 per un male incurabile; il Consiglio Comunale di Torino lo ha omaggiato sottolineando il ruolo di Preve e l'importante stimolo al dibattito culturale e politico da lui sviluppato, rilevante per la crescita politica collettiva in Italia.

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