lunedì 2 gennaio 2023

Corso di storia della scienza: Lezione 12 Il Primo Novecento

Teoria della relatività di Albert Einstein (1905 e 1915): La teoria della relatività ristretta e generale di Einstein ha rivoluzionato la fisica, fornendo una nuova comprensione dello spazio, del tempo e della gravità. Ha fornito la base per le scoperte successive nella fisica nucleare e ha aperto la strada alla tecnologia moderna, come il GPS.

La teoria della relatività di Albert Einstein è uno dei pilastri fondamentali della fisica moderna ed è stata pubblicata in due diverse formulazioni: la teoria della relatività ristretta e la teoria della relatività generale.


Teoria della relatività ristretta (1905):

La teoria della relatività ristretta fu presentata da Einstein nel 1905 e si basa su due principi fondamentali: il principio di relatività e il principio della costanza della velocità della luce. Il principio di relatività afferma che tutte le leggi della fisica sono le stesse per tutti gli osservatori in movimento uniforme l'uno rispetto all'altro, mentre il principio della costanza della velocità della luce asserisce che la velocità della luce nel vuoto è sempre la stessa, indipendentemente dal moto della fonte o dell'osservatore.

Tra le conseguenze più importanti della teoria della relatività ristretta ci sono la dilatazione del tempo, la contrazione delle lunghezze e l'equivalenza massa-energia, espressa dalla famosa formula E=mc^2, dove E è l'energia, m è la massa e c è la velocità della luce. Questa formula stabilisce che l'energia e la massa sono interconnesse e possono essere convertite l'una nell'altra.


Teoria della relatività generale (1915):

La teoria della relatività generale, pubblicata da Einstein nel 1915, è una estensione della teoria della relatività ristretta che include il concetto di gravità. Secondo questa teoria, la gravità non è solo una forza di attrazione tra due corpi massivi, ma è una manifestazione della curvatura dello spazio-tempo causata dalla presenza di materia ed energia.

L'idea chiave della teoria della relatività generale è che la massa di un oggetto distorce lo spazio-tempo intorno ad esso, creando una sorta di "curva" nello spazio-tempo stesso. Gli oggetti in movimento lungo queste curvature seguiranno traiettorie influenzate dalla forza gravitazionale. Questa teoria ha previsto fenomeni come la deflessione della luce intorno a masse massive e l'espansione dell'universo.


Entrambe le teorie della relatività hanno superato in modo impressionante numerosi test sperimentali e sono state essenziali per lo sviluppo di molte tecnologie moderne, come il GPS, che tiene conto degli effetti relativistici per fornire una precisione accurata nella localizzazione satellitare. Inoltre, la teoria della relatività ha avuto un profondo impatto sulla filosofia della scienza e sulla nostra comprensione dell'universo a livelli microscopici e macroscopici.


Modello atomico di Bohr (1913): Niels Bohr propose un modello dell'atomo in cui gli elettroni occupano orbite discrete intorno al nucleo, spiegando le linee spettrali dell'idrogeno e aprendo la strada alla meccanica quantistica.


Il modello atomico di Bohr è un modello dell'atomo proposto dal fisico danese Niels Bohr nel 1913. Questo modello fu un'importante pietra miliare nella comprensione dell'atomo e contribuì a spiegare alcuni fenomeni spettrali elettronici che non potevano essere spiegati dai precedenti modelli atomici.


Ecco le caratteristiche chiave del modello atomico di Bohr:


Orbite quantizzate: Nel modello di Bohr, gli elettroni si muovono attorno al nucleo dell'atomo su orbite circolari discrete o quantizzate. Ogni orbita corrisponde a un livello di energia specifico per l'elettrone.


Quantizzazione dell'energia: Gli elettroni possono possedere solo determinati valori di energia stabiliti dalle orbite quantizzate. Quando un elettrone assorbe energia sufficiente, può salire a un'orbita più esterna; viceversa, quando rilascia energia, può scendere a un'orbita più interna.


Assorbimento ed emissione di luce: Quando gli elettroni passano da un'orbita ad un'altra con un livello di energia più elevato, assorbono energia; quando scendono ad un'orbita con un livello di energia più basso, emettono energia sotto forma di fotoni. Questi fotoni possono essere osservati come righe spettrali.


Stabilità dell'atomo: Bohr suggerì che gli elettroni in un atomo si dispongono su orbite stabili, senza irradiare energia costantemente, altrimenti l'atomo collasserebbe rapidamente. Questo concetto fornì un modo per spiegare la stabilità degli atomi e perché gli elettroni non precipitano nel nucleo.


Il modello atomico di Bohr ha avuto successo nel spiegare lo spettro di emissione dell'idrogeno, fornendo una spiegazione per le linee spettrali discrete osservate. Tuttavia, il modello di Bohr aveva anche alcune limitazioni, poiché era valido solo per l'idrogeno e altri atomi con uno o pochi elettroni. Con il progredire della fisica quantistica, il modello di Bohr fu superato dal modello dell'orbitale atomico, che ha fornito una descrizione più accurata del comportamento degli elettroni nell'atomo, basandosi sulla meccanica quantistica e sull'uso di orbitali probabilistici anziché orbite ben definite. Nonostante ciò, il modello di Bohr rappresenta un passo importante nella storia della fisica e ha gettato le basi per lo sviluppo di teorie atomiche più avanzate.

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